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martedì 21 maggio 2013

Road Tour!

Ecco Road Tour, il nuovo gioco che rende il cervello più giovane di tre anni!!!
Come riferito nel mio precedente post, il game è stato testato su un campione di uomini e donne con oltre cinquant'anni di età che lo hanno giocato per almeno dieci ore e che, dopo un anno, sono diventati più acuti e perspicaci.
Questo gioco allena il cervello a memorizzare le informazioni filtrando le distrazioni.
E' disponibile on-line (a pagamento) e inizia con il compito di memorizzare un veicolo ed un segnale stradale. Il giocatore quindi subito visualizza una macchina ed un carro che poi deve ricordare.
Il veicolo è però circondato da numerosi simboli che comprendono anche un segnale stradale, la cui posizione dovrà essere memorizzata anch'essa. Più il gioco va avanti, più il tempo per memorizzare si dimezza, le forme del veicolo si fanno sempre più simili mentre aumentano le informazioni irrilevanti e fuorvianti inserite ad hoc per distrarre chi gioca.
Il videogioco ha come effetto quello di migliorare sia la velocità di memorizzazione sia l'attenzione e la visione periferica.
Il Professor Fred Wolinsky, che ha compiuto la ricerca, ha dichiarato che: "la visione periferica è cruciale per la sicurezza alla guida, ma declina con l'età". Il gioco è semplice, tutti vi possono giocare e, a detta dello scienziato, il game è in grado di arrestare il declino e di ristabilire, in alcune persone, la velocità dei processi cognitivi.   
 

sabato 11 maggio 2013

Anziani: i videogames ritardano l'invecchiamento cognitivo!!!

I videogames ritardano l'invecchiamento cognitivo e non si limitano a rallentarlo!
Un nuovo studio effettuato dall'Università dell'Iowa (i risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista "Plos One") ha recentemente scoperto che gli anziani adulti che giocano per almeno dieci ore ad un videogame incrementano la velocità dei loro processi di elaborazione mentale rallentando così, di almeno tre anni, il declino cognitivo ed evitando conseguenze negative sulla memoria, l'attenzione, la percezione e le loro capacità di problem-solving.
I videogiochi quindi sono capaci di rallentare il declino cognitivo e di ritardare di conseguenza l'invecchiamento della mente nelle persone anziane.
Lo studio americano ha testato infatti su di un gruppo composto da 681 adulti sani, di età compresa dai cinquant'anni in avanti, la risposta delle loro capacità cognitive nel tempo dopo essersi allenati con il videogioco "Road Tour" che prevede di identificare rapidamente un veicolo in corsa.
Il "game" permette quindi di migliorare le funzionalità cognitive della mente affinandole e velocizzandole.
Trascorso un anno dal test, il gruppo degli over 50 che hanno giocato per almeno dieci ore al videogame ha infatti guadagnato tre anni di miglioramento cognitivo. Inoltre, un gruppo che si è sottoposto all'allenamento per quattro ore aggiuntive (rispetto al primo gruppo) ha ottenuto ben quattro anni di miglioramento delle proprie capacità cognitive.
Ecco il link dove si può vedere una testimonianza di quanto i videogames comincino proficuamente ad essere utilizzati dalle persone anziane. (Il video è stato realizzato dalla Fondazione OIC di Padova).

sabato 4 maggio 2013

Il Google testamento?

Lo sapevate che da oggi è possibile decidere cosa fare dei propri dati digitali dopo la morte?
Le vostre mail, foto e video faranno parte infatti del Google Testamento.
Basterà quindi accedere alla funzione "Inactive Account Manager" che consentirà di gestire e di decidere sul futuro del nostro indirizzo di posta elettronica, compresi tutti i contenuti collegati ad esso.
Quando la mail diventerà dunque "inattiva" causa decesso del titolare, questo servizio offerto da Google per i titolari di posta elettronica con account Gmail, o abbonati a Google+ e YouTube potranno aver deciso che tutte le informazioni contenute vadano distrutte alla loro morte. Al contrario, è possibile decidere in anticipo, come si fa con un normale testamento, che alle nostre informazioni digitali possano accedere familiari, eredi o amici. Se si è deciso invece per la cancellazione dei dati si può addirittura scegliere l'opzione che convalidi la nostra morte presunta quando non usiamo più quel servizio per 3 mesi, 6 mesi o un anno...
Vista l'enorme quantità di dati e tracce che lasciamo, anche inconsapevolmente, nella rete (vedi post precedente: "Rivoluzione Virtuale") la gestione di un'eredità digitale sembra stia diventando un fatto sempre più importante.
Consideriamo infatti quanto oggi gli archivi digitali stiano diventando sempre più preponderanti. Banche, Agenzie Fiscali, Assicurazioni, Ospedali, per ovviare al limite di enormi e ormai ingestibili archivi cartacei, utilizzano veri e propri server digitali per mantenere operativi i nostri dati ormai diventati sempre più digitali. E' ormai palese infatti che il formato PDF si mantenga meglio della carta.
Resta un problema importante e di difficile gestione però. In caso di morte improvvisa, come sarà possibile accedere ai dati personali e digitali del defunto che magari ha nascosto tra le sue mail info utili a moglie, marito e figli e che loro non possono recuperare? Viceversa, se invece l'utente non volesse che alla sua morte alcuni dati contenuti nei suoi archivi digitali fossero visti dai suoi parenti o familiari?
Il product manager di Google, Andreas Tuerk afferma: "noi speriamo che questo nuovo servizio vi consenta di progettare la vostra vita digitale nell'aldilà, e rendere la vita più facile ai vostri cari quando ve ne sarete andati".
In pratica, la legislazione sulla privacy dei nostri dati digitali varia da paese a paese ed ancora non si è chiarito su come fare a regolamentare la gestione dei nostri dati dopo la morte. Infatti, un servizio di posta elettronica che lascia ai parenti del defunto il libero accesso al suo account potrebbe violare delle leggi ed essere quindi perseguibile.
All'opposto sembra che Facebook abbia invece adottato una linea di condotta molto più restrittiva. Alla morte del titolare, la sua pagina facebook può essere solo chiusa, o trasformata in una sorta di "memoriale" dove nessuno può aggiungere commenti.

sabato 27 aprile 2013

Musei Vaticani in 3D !!!

La realtà virtuale ormai ampiamente evoluta grazie allo sviluppo e alla diffusione dei videogiochi e del web, entra ora ufficialmente anche nel mondo museale. E' stata infatti inaugurata una speciale installazione interattiva che consente di muoversi nella ricostruzione virtuale della tomba etrusca Regolini-Galassi di Cerveteri. Di seguito l'interessante articolo preso dalla rivista "A sua Immagine" (n. 15 del 20/04/2013).
"L'archeologia si unisce alle più moderne soluzioni hi-tech per una migliore fruizione da parte dei visitatori. L'ultima trovata dei Musei Vaticani è il 3D. E' stata inaugurata infatti nei giorni scorsi, la riproduzione tridimensionale della famosa tomba Regolini-Galassi di Cerveteri. Realizzata nell'ambito del progetto Etruscanning, finalizzato alla sperimentazione di tecniche innovative per la documentazione digitalizzata, permette di esplorare, con il solo movimento del corpo, lo spazio virtualmente ricostruito così come appariva intorno al 650 a.C.
Il visitatore può così avvicinarsi agli oggetti (vasi, ori e bronzi), toccarli e ascoltare le narrazioni dei defunti a cui il corredo funerario, di inestimabile valore, è stato dedicato.
Interattività a tutto campo, dunque, per questa nuova installazione, risultato della collaborazione tra Cnr-Itabc, Allard Pierson Museum di Amsterdam, Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale e Musei Vaticani.
Il progetto Etruscanning costituisce un'opportunità unica nel suo genere e apre un nuovo corso nella museologia".
 
 
 

lunedì 15 aprile 2013

Se Super Mario diventa Super Maria...

Interessante l'articolo pubblicato da Fabio Parri sulle differenze di genere presenti ormai oltre che nei mass-media anche nei videogiochi. L'articolo potete leggerlo integralmente a questo link.
Da sapere inoltre sempre per restare sull'argomento, la ricerca svolta da Anita Sarkeesian, giovane blogger canadese ventottenne e studiosa di mass-media che ha svolto un interessante progetto di studio sull'utilizzo della figura femminile all'interno dei videogames.
Per finanziare la propria ricerca, la studiosa ha infatti intrapreso una vera e propria campagna on-line per la raccolta fondi producendo una serie di documentari riguardanti l'utilizzo della figura femminile accompagnati da un'attenta analisi dei luoghi comuni più abusati all'interno del mondo dei videogiochi. La risposta della Rete è stata entusiasta ed i fondi ottenuti dalla blogger canadese sono stati di molto superiori alle aspettative ed alla somma realmente richiesta.
Potete vedere qui, la prima parte della serie: Tropes vs Women in Videogames che tradotto significa appunto Stereotipi contro le donne nei videogiochi. La cosa negativa di questa vicenda è che sembra che la ricercatrice sia diventata il bersaglio preferito di migliaia di videogiocatori maschi che non si sono sottratti ad inoltrarle focose minaccie di violenze e, addirittura di morte. Francamente, il mondo dei videogiochi ritengo debba tendere al divertimento e all'inclusione, in quanto la possibilità di affrontare attraverso la realtà virtuale diversi scenari e vivere svariate dimensioni e personaggi, dovrebbe portare ad eliminare pregiudizi di questo tipo. Chi è del resto quel ragazzo che non si è entusiasmato ad indossare i panni della nota eroina Lara Croft della saga di Tomb Raider? E chi è quella ragazza che non si diverte a vivere il simpatico mondo di Super Mario? Insomma, i videogiochi sembrano essere uno strumento utile a superare quei pregiudizi che nel mondo reale non hanno più ragione di essere se vogliamo impegnarci a costruire un mondo più civile, democratico e che dia ad ognuno uguali opportunità.

mercoledì 10 aprile 2013

Rivoluzione Virtuale

L'intento di questo blog è principalmente quello di parlare di videogiochi educativi ma come indicato nell'indirizzo di tale blog ormai non si può discutere di realtà virtuale senza includere nel discorso anche il web. Oggi usare il web vuol dire viaggiare sul web 2.0.
Il web 2.0 è l'evoluzione del World Wide Web. L'indicazione 2.0 fa riferimento alla versione e ci indirizza al fatto che ne esista una precedente: il Web 1.0. Tale piattaforma, diffusa negli anni '90 ed ormai esaurita, era composta quasi completamente da siti web statici che non permettevano all'utente nessun tipo di interazione se non l'uso della posta elettronica, dei vari motori di ricerca e della navigazione ipertestuale.
Il web 2.0 comprende quelle applicazioni online che permettono agli utenti un'elevata interazione e condivisione reciproca. Alcuni esempi sono chat, forum, blog, wiki insieme a social networks come:  facebook, myspace, twitter, google+, e youtube. Essi contribuiscono oggi a mettere in contatto milioni di persone. Gli abitanti del web si trasformano così in cittadini del mondo di una nuova società ormai definita della conoscenza.
Ma quanti di noi sono consapevoli di quante tracce lasciamo sulla rete ogni volta che facciamo una ricerca con Google o mandiamo una mail ad un amico? Avete mai fatto caso a quante volte digitiamo sulla barra di ricerca un nome e come per magia a fianco appaiono una lista di cose che hanno a che fare con i nostri interessi? Se aprite youtube non a caso si apriranno a fianco dello schermo video sportivi o musicali che magari in quel momento non avreste voluto cercare ma che suscitano comunque il vostro interesse! Posto di seguito un video-documentario molto interessante prodotto dalla BBC e trasmesso qualche mese fa da Rai 5 un po' in sordina ma che credo sia interessante. Dura circa 58 minuti ma vale la pena di vederlo perchè ci mostra come il nostro uso della rete non sia affatto libero da occhi indiscreti che, in cambio della gratuità dei servizi che ci offrono, spiano i nostri interessi e la nostra vita! Certo, è giusto che ogni cosa abbia il suo prezzo, ma siamo disposti a vendere la cosa più preziosa che abbiamo come i nostri dati più privati e personali? L'importante è esserne consapevoli. Guardate qui.
 
 
Dopo che avrete visto il filmato, attendo se avrete voglia un vostro commento!

martedì 9 aprile 2013

Una Laurea in Videogiochi!


Videogames e animazione 3D: apre l'università che ti può insegnare come lavorare nelle più grandi aziende dei videogiochi del mondo, o nelle più importanti e conosciute case di animazione cinematografica, e che ti rilascia dunque non una laurea in Videogames, ma quasi. Ti piacerebbe diventare parte del team che svilupperà il nuovo Skyrim? Il nuovo Assassin's Creed? Lavorare allo sviluppo della nuova espansione di World of Warcraft o nel team di Minecraft? Lavorare in Pixar, in Dreamworks o con i più grandi autori di fumetti e cartoon del mondo? Ora è possibile. Ci vogliono però le giuste competenze e soprattutto il giusto spirito assieme alla voglia di mettersi in gioco e  rischiare tutto. Da Settembre apriranno i corsi dello IUDAV, Istituto Universitario per l'Animazione Digitale e i Videogames, promosso dalla Children Media Foundation - un'organizzazione che raggruppa i principali operatori dell'industria dei videogiochi italiani - in collaborazione con Link Campus University, un’Università privata con sede a Roma. Dal prossimo Settembre partirà il primo anno di corso nella sede di Salerno: si tratta di un'offerta formativa in grado di convertirsi abbastanza facilmente in un vero e proprio diploma di Laurea. L’ateneo, supervisionato dalla Link Campus University di Roma e gestito dall’Istitute University Digital Animation e Videogames, formerà gli studenti sui metodi di produzione e realizzazione di contenuti audiovisivi animati e videogames. Saranno previsti inoltre stage presso grandi case del settore come Sony, Microsoft e Nintendo: il coordinatore nell’ambito dei videogiochi sarà Riccardo Cangini definito dalla IUDAV “un pionere italiano nel mondo dei videogames”.
In questo nuovo polo universitario sarà creata dunque una nuova generazione di programmatori e professionisti nel campo dell’entertainment per competere sui mercati mondiali. A chiederlo a gran voce infatti sono l’Unione Europea e le maggiori aziende dell’IT.
(Fonte: da Studenti.it )